mimmo bua canta una ballata, 'gino' (2008)
Chi era, chi è Mimmo Bua?
Chi era, chi è Mimmo Bua?
Questi due mini video in cui canta e suona insieme a me sono stati girati nel 2004.
Il testo di questa ballata, Gino, è pubblicato in Chentu e una cantone de Miali Logudoresu, Copyright Mimmo Bua, 2003. Grazie all’interesse di Giovanni (Nanni) Campus Bua ho recuperato il testo di Mimmo, che mi è stato trasmesso da Mario Bua (presidente delll’Associazione 'Amistade' di Olbia, responsabile di numerose iniziative in onore di Mimmo a Oschiri e a Olbia).
Ne riporto alcune strofe:
Gino, la musica forse è un po’ uguale ad un’altra
Però la tua storia è senz’altro diversa,
Gino, che cosa si prova ad andare d’estate
Alla costa Smeralda, vestito da gaucho argentino
Cantando guarachas e corridos con voce smielata
Suonando milongas e favelas
Si tira un centone per sera
Gino, io non saprei dire che cosa è più serio
Se fare un buon tango o fare un ballo tondo
Vestiti in costume coi bottoni d’oro
A fare i nativi che vanno ad offrire folklore al bel mondo
Cantando boleri e corridos
D’accordo, almeno li prendi un po’ in giro
E non c’è nessuna mistificazione
Perché chiaramente tu badi al centone
Gino, che a ottobre ritorni al paese ad aprire
Il tuo piano–bar per clienti stranieri
Tedeschi soprattutto, ma anche danesi
E qualche americano, che quando si sbronzano spaccano tutto
Nessuno può dire che tu abbia tradito
La legge dell’ospitalità
Ti sei solamente adeguato alla moda
Al vento che va…
[...]
Gino, anch’io dico no, così non può andare;
lo dico lo stesso anche se sono soltanto
uno che veste di musica un po’ di parole
e viene ogni tanto a passare una sera qui nel tuo locale.
Mi piace, lo ammetto, venirci a cantare
E anche a sentire il tuo mandolino,
però, Gino, bisogna pensare al domani…
Ma tu te ne freghi, mi dici “sei un fesso,
il mondo continua a girare lo stesso…”
Gino, ma tu non ci pensi che qui, se saltiamo,
va tutto per aria compreso il tuo locale
Gino, tu non ci vuoi pensare
Ma non puoi farne a meno
Fai finta di niente perché ti fa male
Dai, Gino, ammettilo
Anche tu ci pensi, ogni tanto,
fa male anche a te, Gino…
Anche se non lo dici…
Dài Gino, no seghest’is callonis…
Pro praxeri, o Gino…
Mimmo Bua (Oschiri 1942 – Cagliari 2008) è stato docente di italiano e di scienze storico-sociali, autore eclettico e versatile di romanzi, racconti, leggende e saggi, cantautore noto con lo pseudonimo di Miali Logudoresu.
Qui una sua autobiografia, pubblicata da "Soliana", n. 4, rivista di Arti, Poesia, Cinema e Letteratura (creata e diretta da Mimmo Bua), riportata sul sito www.emigratisardi.com :
“Chie fit custu Miali?
Miali Loguodoresu è nato in un piccolo villaggio del Montacuto (Nord Sardegna) nel corso della seconda guerra mondiale.
Da bambino ha appreso l'arte del contare storie da due affabulatori del villaggio: tiu Nanni Pinna (calzolaio-organista) e tiu Miali Pericu (vignaiolo, seggiolaio, ortolano, barbiere, campanaro e poeta estemporaneo); ha appreso la musica da autodidatta, girando per feste, paesi e villaggi del Nord Sardegna per circa trent'anni, avendo cura di rimanere sempre al di qua della fama e del successo, nella più gradevole condizione di semi-anonimato.
Dopo aver appeso al chiodo gli strumenti, ha permesso a pochi amici di raccogliere le sue canzoni, i testi e le scarse registrazioni (dal vivo), insieme ad alcuni testi teatrali, modas, paristorias e trintases.”
Varie iniziative sono state avviate per censire in modo organico le opere di Mimmo. Prima tra tutte, fondata da lui stesso, la rivista 'Soliana' con sede a Cagliari, il cui sito web è in corso di riorganizzazione e sarà presto di nuovo online. Più recentemente, l’Associazione 'Amistade' di Olbia (presieduta da Mario Bua), che ha organizzato per anni il festival letterario ‘Città di Olbia’ e che si propone di curare anche la pubblicazione di alcune opere inedite di Mimmo.
Per quanto riguarda gli pseudonimi ‘Manuel Furru’ e ‘Miali Logudoresu’, così scrivono Placido Cherchi e Bruno Pittau (testi raccolti e trasmessi dall'Associazione 'Amistade'):
Miali Logudoresu si sovrappone in modo obbligante a Mimmo Bua e agli altri eteronimi. Era lui che firmava le composizioni
“visponiane” circolanti ancora oggi nell’area di quell’alto Logudoro e che dava voce a un genere riconducibile grosso modo alle mode messe in onda dai cantautori italiani degli anni Sessanta. [...] Le sue creazioni erano un tentativo di innovazione tutt’altro che banale e, a suo modo, in anticipo sui tempi. [...]
Tuttavia quale che sia il valore della produzione musicale di Mimmo, essa non è in nessun modo un aspetto secondario della sua fisionomia. Soprattutto nel caso che si voglia parlare dell’immagine che la sua gente – la gente della sua “patria culturale” – ha conservato di lui, immagine che Mimmo si era conquistato con le sue canzoni, voce e chitarra.
Ma anche da un altro punto di vista la produzione musicale di Mimmo non può essere considerata aspetto secondario. Se si tratta di parlare della natura poliedrica della sua per- sonalità e delle sue facoltà creative, la dominanza della musica sul piano ludico è cosa che arricchisce di molto il ventaglio delle possibili sfaccettature dell’uomo. In un mondo di arti e mestieri, di professionalità e specializzazioni, non è facile trovare il multiversum, il tipo umano che sappia ancora concedersi la radialità di una volta. Mimmo ha sempre respinto come riduttivo il suo incanalamento in qualcosa e ha sempre cercato di attribuirsi il diritto di essere tutto quello che gli era possibile essere. [...]. Era appunto un multiversum.
(da Placido Cherchi, Mimmo Bua, un cavaliere del sogno, “Soliana” n. 5, luglio 2009).
Mimmo Bua è scomparso nel 2008 lasciando come Manuel Furru i suoi testi inediti, dei romanzi in forma di saggio aforistico
che costituiscono la summa filosofica del suo pensiero, della sua qualità di scrittura e del riferimento-superamento della storia vissuta.
Manuel Furru è svincolato dalla biografia di Mimmo Bua e può convenientemente dissimulare l’autore, ma ci sono anche motivazioni più prosaiche, ovvero pubblicistiche, che spiegano questo nascondimento con il disincanto di un saggista romanziere in rapporto all’editoria isolana.
Dunque questi romanzi sono una scoperta che comporta il risolvere l’enigma dell’autore, bisogna capire chi era e in quale contesto storico ha operato. Benché sia chiaro che Mimmo Bua è riconducibile solo marginalmente all’espressione del “suo tempo” – il valore di un autore sta anche nel trascendere le sue circostanze, nel rimuovere l’accidentalità e parlarci del nucleo delle cose. Ma anche la storia in cui si mosse l’autore è straordinaria- mente ricca e c’è un intreccio dialettico tra vicende storiche e livelli di scrittura, tra i fatti vissuti e le cose immaginate, e così via...
(da Bruno Pittau, Mimmo Bua, ovvero levità come dissimulazione di sé, “Soliana” n. 11, giugno 2021).
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Nel frattempo, dove acquistare le opere di Mimmo ancora disponibili?
Senza pretese di essere esaustivo, cito le piattaforme:
- SarIBS https://www.saribs.it/libri-sardi.asp?ver=it¤cy=eur&keyword=mimmo+bua
- librisardi.it https://www.librisardi.it/autore/bua-mimmo/
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Infine, riporto qui parte della bibliografia finora raccolta, come trasmessa dall'Associazione 'Amistade':
Testi di studi sulla tradizione e letteratura sarda
- Lo scrittore nascosto, ed. Della Torre, 1984
- 'I libri sardi della Collezione Bonaparte', in Annali Facoltà Magistero, Cagliari, 1989
- Storie, fiabe, miti, riti..., ed. S’alvure, 1992
- Bestiario di Sandaliotis, ed. S’alvure, 1994
- Trintasex, il metro, le figure, ed. S’alvure, 1997
- Lo specchio e la caverna, ed. S’alvure, 1999
- Chimbe Upanishad, ed. S’alvure, 1998
- Contos torrados dae attesu, ed. S’alvure
Raccolte poetiche in sardo logudorese
- Sa briga e sos santos ed altre poesie, ed. 1986
- Poesie di A.D. Migheli, ed. 1987
In volume, le raccolte di racconti:
- Gente d’Ischiria, ed. Castello, 1985
- Frammenti di memoria trina, ed. S’alvure, 1993
- Il riso dell’ornitorinco, ed. Grafica Mediterranea, 1997
Il ciclo dei romanzi, nove, di cui due editi:
- La casa di fronte l’oceano, ed. Grafica del Parteolla, 2007
- Aristeo in Ichnussa, (in 'Soliana', n. 11, 2021)
E sette inediti:
- Il Candeliere
- La casa di Ariel
- Il Ponte di Kehl
- L’ombra, il gioco, il mare
- L’onda è l’Acqua
- I colori del sogno
- La donna del quadro