'se vi va bene, bene, se no seghe': radio alice e non solo, vita dell'antimilitarista valerio minnella
Il titolo non è una frase ad effetto: è la frase che Valerio Minnella, la cui vita è raccontata in questo libro da Roberto Bui (Wu Ming1) e FiloSottile, ha pronunciato mettendo su un disco di Beethoven nel momento in cui la porta di Radio Alice, a Bologna, veniva sfondata dalla polizia in tenuta antisommossa.
Il libro è uscito nel 2023 ed è stato presentato in tutta Italia - in Sardegna nel dicembre 2023, ad Ales, Seneghe e Sassari. Ripropongo qui le riflessioni originariamente pubblicate sul sito di 'terre di confine filmfestival' perchè sempre attuali, anche visto il successo del volume, che è stato oggetto di ristampa.
Valerio Minnella, appassionato di musica, di informatica e di comunicazione, ha qualche anno più di me; a Bologna, negli anni Settanta, lavorava nel negozio di hi-fi e computer della famiglia, un posto mitico dove potevi comprare amplificatori d'occasione, gli Apple e i Macintosh di quegli anni, e avere pareri e suggerimenti da persone competenti. Valerio era da sempre antimilitarista e pacifista, era uno dei fondatori della LOC, la Lega degli Obiettori di Coscienza, e aveva scontato mesi di galera per le sue convinzioni. Allora non esisteva l'obiezione di coscienza, e si veniva rinchiusi a Gaeta.
Valerio ha lavorato nel Belice terremotato. Sua madre l'ha aiutato tutte le volte che era stato pestato in carcere.
A Bologna, Valerio è stato uno dei fondatori di Radio Alice, 'la voce di chi non ha voce', che nel 1977 aveva aperto i microfoni a tutti coloro che volevano parlare in città. Nella radio, lui faceva 'funzionare le cose'. Collettivi femministi, gruppi di uomini 'abbandonati dalle compagne' (i 'Rasente ai muri'), esponenti dei movimenti omosessuali, studenti del movimento, o anche semplicemente quelli che entravano e prendevano in mano i microfoni.
Chiedo a Valerio di riassumere gli intenti della radio, e mi scrive:
“L’intento dei fondatori di Radio Alice era di rovesciare il paradigma comunicativo di ogni altra radio al mondo, cioè di non fare una radio che parla a molti, ma di attirare i molti a parlare in radio.
Per ottenere questo, furono fatte tre scelte: parlare il linguaggio della strada, affinché nessuno si sentisse inadeguato se non era un fine dicitore; abolire il palinsesto, affinché nessuno dovesse chiedere il permesso per trasmettere; collegare il telefono in maniera strutturale al mixer, affinché per trasmettere in radio non si dovesse nemmeno venire in studio.”
Nel marzo 1977, dopo l'uccisione dello studente Francesco Lorusso, Valerio si era trovato in radio a trasmettere assieme ad un gruppo; la polizia ha iniziato a bussare alla porta e alla fine l'ha sfondata, distruggendo le apparecchiature e arrestando i collaboratori della radio che non erano nel frattempo fuggiti dall'abbaino attraverso i tetti. Valerio racconta che i pompieri, invitati dalla polizia a smontare l'antennone sul tetto, si erano rifiutati perchè era pericoloso: 'L'è un brot lavurìr', ed erano andati via. Il giorno dopo Radio Alice aveva ripreso a trasmettere da una casa poco lontana.
Negli anni che seguono, il movimento degli studenti e la comunità spontanea e comunicativa che caratterizzava da anni la città subiscono colpi a causa di tre fattori principali. Valerio parla dell'arrivo dell'"eroina a costo zero" che aveva iniziato a circolare contemporaneamente alla sparizione della marijuana, e quindi dei furti, della fine delle 'case aperte' alla circolazione degli amici, delle morti numerose; poi della comparsa delle armi e dei movimenti armati 'più o meno eterodiretti', che per un antimilitarista rappresentano un'enigma, o forse una componente non casuale; in terzo luogo, il martellante invito del 'ritorno al privato' delle radio e delle tv di quegli anni. 'Ci hanno detto che eravamo morti e noi ci abbiamo creduto'. Così alla prima presentazione del libro a Bologna.
Ma è meglio leggere dalla sua viva testimonianza.
Valerio è una specie di Forrest Gump, si è trovato spesso nel posto giusto nel momento giusto. Che fosse il Belice, l'ospedale di Basaglia, la creazione di Radio Alice o di OrfeoTV, una delle prime tv di quartiere, lui che ora assomiglia ad una specie di saggio cinese era lì a far funzionare le cose.
Il lavoro biografico è nato agli inizi del 2020 su richiesta di WuMing1, che ha convinto Valerio a raccontare per telefono le sue vicende, tutte registrate e trascritte. Il lavoro è proseguito durante il lockdown. Nella redazione è stata coinvolta FiloSottile, bibliotecaria e redattrice, che ha iniziato un sistematico confronto con le fonti, lavorando sul testo in modo tale da essere alla file cooptata come co-autrice. Un bell'esempio di autorialità a più mani, di cui ci sarebbe molto bisogno.
Il libro si può acquistare nelle varie piattaforme online e in particolare su quella dell'editore Alegre in versione cartacea oppure in ebook (EPUB - MOBI).
Qui la registrazione della prima presentazione a Bologna.
Qui una rassegna stampa. Dopo le recensioni su quotidiani locali ed edizioni locali dei quotidiani nazionali, in agosto 2023 sono uscite recensioni su La Repubblica, Il Manifesto e un'intervista a FiloSottile e Valerio su Fahrenheit, riascoltabile su RAI Play Sound (dopo 1 ora e 19 minuti).
Il libro è uscito nel 2023 ed è stato presentato in tutta Italia - in Sardegna nel dicembre 2023, ad Ales, Seneghe e Sassari.Ripropongo qui un testo originariamente pubblicato sul sito di 'terre di confine filmfestival' perchè sempre attuale. Il volume ha avuto molto successo ed è stato oggetto di ristampa. Il titolo non è una frase ad effetto: è la frase che Valerio Minnella, la cui vita è raccontata in questo libro scritto con Wu Ming1 e FiloSottile, ha pronunciato mettendo su un disco di Beethoven nel momento in cui la porta di Radio Alice, a Bologna, veniva sfondata dalla polizia in tenuta antisommossa. Valerio, appassionato di musica, di informatica e di comunicazione, ha qualche anno più di me; a Bologna, negli anni Settanta, lavorava nel negozio di hi-fi e computer della famiglia, un posto mitico dove potevi comprare amplificatori d'occasione, gli Apple e i Macintosh di quegli anni, e avere pareri e suggerimenti da persone competenti. Valerio era da sempre antimilitarista e pacifista, era uno dei fondatori della LOC, la Lega degli Obiettori di Coscienza, e aveva scontato mesi di galera per le sue convinzioni. Allora non esisteva l'obiezione di coscienza, e si veniva rinchiusi a Gaeta. Valerio ha lavorato nel Belice terremotato. Sua madre l'ha aiutato tutte le volte che era stato pestato in carcere. A Bologna, Valerio è stato uno dei fondatori di Radio Alice, 'la voce di chi non ha voce', che nel 1977 aveva aperto i microfoni a tutti coloro che volevano parlare in città. Nella radio, lui faceva 'funzionare le cose'. Collettivi femministi, gruppi di uomini 'abbandonati dalle compagne' (i 'Rasente ai muri'), esponenti dei movimenti omosessuali, studenti del movimento, o anche semplicemente quelli che entravano e prendevano in mano i microfoni. Chiedo a Valerio di riassumere gli intenti della radio, e mi scrive: “L’intento dei fondatori di Radio Alice era di rovesciare il paradigma comunicativo di ogni altra radio al mondo, cioè di non fare una radio che parla a molti, ma di attirare i molti a parlare in radio. Per ottenere questo, furono fatte tre scelte: parlare il linguaggio della strada, affinché nessuno si sentisse inadeguato se non era un fine dicitore; abolire il palinsesto, affinché nessuno dovesse chiedere il permesso per trasmettere; collegare il telefono in maniera strutturale al mixer, affinché per trasmettere in radio non si dovesse nemmeno venire in studio.” Nel marzo 1977, dopo l'uccisione dello studente Francesco Lorusso, Valerio si era trovato in radio a trasmettere assieme ad un gruppo; la polizia ha iniziato a bussare alla porta e alla fine l'ha sfondata, distruggendo le apparecchiature e arrestando i collaboratori della radio che non erano nel frattempo fuggiti dall'abbaino attraverso i tetti. Valerio racconta che i pompieri, invitati dalla polizia a smontare l'antennone sul tetto, si erano rifiutati perchè era pericoloso: 'L'è un brot lavurìr', ed erano andati via. Il giorno dopo Radio Alice aveva ripreso a trasmettere da una casa poco lontana. Negli anni che seguono, il movimento degli studenti e la comunità spontanea e comunicativa che caratterizzava da anni la città subiscono colpi a causa di tre fattori principali. Valerio parla dell'arrivo dell'"eroina a costo zero" che aveva iniziato a circolare contemporaneamente alla sparizione della marijuana, e quindi dei furti, della fine delle 'case aperte' alla circolazione degli amici, delle morti numerose; poi della comparsa delle armi e dei movimenti armati 'più o meno eterodiretti', che per un antimilitarista rappresentano un'enigma, o forse una componente non casuale; in terzo luogo, il martellante invito del 'ritorno al privato' delle radio e delle tv di quegli anni. 'Ci hanno detto che eravamo morti e noi ci abbiamo creduto'. Così alla prima presentazione del libro a Bologna. Valerio è una specie di Forrest Gump, si è trovato spesso nel posto giusto nel momento giusto. Che fosse il Belice, l'ospedale di Basaglia, la creazione di Radio Alice o di OrfeoTV (una delle prime tv di quartiere), lui che ora assomiglia ad una specie di saggio cinese era lì a far funzionare le cose. Ma è meglio leggere dalla sua viva testimonianza. Il lavoro biografico è nato agli inizi del 2020 su richiesta di WuMing1, che ha convinto Valerio a raccontare per telefono le sue vicende, che venivano registrate e trascritte. Il lavoro è proseguito durante il lockdown. Nella redazione è stata coinvolta FiloSottile, bibliotecaria e redattrice, che ha iniziato un sistematico confronto con le fonti, lavorando sul testo in modo tale da essere alla file cooptata come co-autrice. Un bell'esempio di autorialità a più mani, di cui ci sarebbe molto bisogno. Il libro si può acquistare nelle varie piattaforme online e in particolare su quella dell'editore: https://edizionialegre.it/product/se-vi-va-bene-bene-se-no-seghe/ : - versione cartacea - ebook (EPUB - MOBI) La registrazione della prima presentazione a Bologna è disponibile qui: https://www.valeriominnella.it/2023/05/21/prima-presentazione-di-se-vi-va-bene-bene-se-no-seghe/ Qui una rassegna stampa. Dopo le recensioni su quotidiani locali ed edizioni locali dei quotidiani nazionali, in agosto 2023 sono uscite recensioni su La Repubblica, Il Manifesto e un'intervista a FiloSottile e Valerio su Fahrenheit, riascoltabile su RAI Play Sound (dopo 1 ora e 19 minuti).