coppà - racconto per i candelieri che non scesero
“Coppà, asco'; coppà, hai cinque minuti? Ti devo parlare”
“coppà, per te, figurati. Dove sei?”
“Vicino al circolo. Hai presente la traversa in discesa? Quella per il vicolo che porta alla strettoia delle tre rose?”
“Si coppà, ma perché non vieni al circolino. Ci beviamo una birretta?...”
“No, coppà, preferisco. Diciamo che voglio un consiglio e non voglio orecchie da commodo vicine”
“Ma perché, coppà?... E' pesante la questione?...”
“Penso di si coppà... se vieni ti spiego l'ambaradà”
“Coppà, asco'; coppà, hai cinque minuti? Ti devo parlare”
“coppà, per te, figurati. Dove sei?”
“Vicino al circolo. Hai presente la traversa in discesa? Quella per il vicolo che porta alla strettoia delle tre rose?”
“Si coppà, ma perché non vieni al circolino. Ci beviamo una birretta?...”
“No, coppà, preferisco. Diciamo che voglio un consiglio e non voglio orecchie da commodo vicine”
“Ma perché, coppà?... E' pesante la questione?...”
“Penso di si coppà... se vieni ti spiego l'ambaradà”
“Coppà, se è un problema di liquidi mi trovi momentaneamente a corto”
“No coppà. Tranquillo: da quel lato siamo in ordine”
“Allora vengo subito, pago il giro di zeroventi e sono da te. Cinque minuti a metterci molto”
“Coppà, ti trovo agitato… cosa te n’è arrivato?”
“Robba pesante”
“Nel senso?”
“L’ho fatto secco”
“Cioé?”
“Hai presente Bonbò”
“Nicolino?”
“Lui”
“Gli ho troncato lo sviluppo. L’ho lasciato secco alle case vecchie”
“Ma dai, non è possibile”
“Coppà, lasciati servire. Mica ti ho chiamato per un problema di corna. Ti dico che l’ho fatto secco”
“Ma proprio Bonbò?”
“Sisse, lui”
“Ajò che non ci credo. E’ una cosa da scherzi a parte…”
"Manco per un chigno di cinghiale. E’ lì dentro il portone delle case sfasciate. L’ho messo a dormire definitivamente”
“Ma dai che ti sbagli…”
“No lascia che te lo dica”
“Vabbé, ma io ho i miei dubbi”
“Tu quell’affanculo di hombre non lo conosci. E’ uno che i colpi se li cerca… e io ho esagerato. Ma lascia che ti dica che per me è un casino”
“Ma come è successo”
“E’ un rompibraghette quel disgraziato… lo sai che io ai candelieri ci tengo e per il fatto che quest’anno non se la scendano a me gira i santissimi a pala di elicottero. In questa città non abbiamo nulla. Prima almeno c’era la Torres, adesso è andata a prendersi un attimo di riflessione e siamo alla povertà assoluta e per colpa di questo Corona e un cazzo, rischiamo di perderci anche i candelieri. Per questo, che in cielo mettano il sindaco, se non scendono neanche loro, io mi sento alla canna del gas…”
“E quindi?”
“Ero e sono incazzato coppà: incazzato che pantera… E quando mi sono trovato davanti Bonbò, io avevo addosso una tanca di incazzatura che non ti dico. Mi girava la cirimella a nastro e si vedeva.Tanto che quell’infame, vedendomi preoccupato ha avuto anche il coraggio di dirmi cos’hai? Io sono uno che non se le trattiene e quindi gli esplico il mio punto di vista…”
“E cosa è successo?”
“Si è messo a ridere, il miserabile. A dirmi di andarmi a fare un giro in paglietta, che ero uno che confondeva le rondini per asini che volano. Insomma, ha preso la strada dell’ironia quel pezzo da pigliare in culo con sorpresa. Ma io, lo sai, so resistere alle provocazioni e quindi mi sono solo attenuto a mandarlo a raccogliere lumachine in giorno di luglio e a mezzogiorno”
“E hai fatto bene…”
“Ma quello, un’accidenti di nulla, ha continuato a esagerare come se io non esistessi. Per quattro gremianti vestiti a carnevale, mi diceva ghignando, che se ne vanno in giro con le bandierine e i loro ceri di legno da negozio dei cinesi, mi ha risposto.
“Esagerato! Ha detto così dei candelieri?
“Sisse, coppà. Un azzardato da circolino è sempre stato, quel pagliaciotto. Uno da ridotte e birrette. Mi guardava come si guardava uno scemo da catena e ironizzava: Coppà e allora? Ti sento disturbato, mi diceva: E' successo qualche cosa in famiglia, con Laura come va? E' un problema di corna? Capito: appesantiva il carico per farmi uscire fuori dallo steglio. Che lo sapeva che Laura ha tagliato gli ormeggi e da poco ho scoperto che la cosa con quello sfigato che ha in gestione il Cuba Libre, va in perfetta sintonia da unbé e a me mi ha lasciato a lucidarmele per molti mesi, le corna voglio ricordarti, senza dirmi niente. Ma le donne sono così, mica ci pensano che anche noi soffriamo. Però lasciamo perdere che non voglio parlare dei miei giorni di Quaresima!”
“Si, però, questo discorso non mi convince lo stesso, Coppà: ho dubbi a nastro sulla questione…”
“Lasciami finire e una volta tanto ascolta che è cosa seria! Ti dicevo che quel malassortato di Bonbò ha cominciato a ironizzare sui candelieri. Al Gremio dei muratori con la loro Madonna degli angeli non ti dico cosa, secondo lui, gli faceva al ventrame! E poi ha cominciato con una ripassata ironica dei loro santi: da Sant’Elmo alla Madonna delle grazie, da San Giovanni alla Madonna di Montserrat, dalla Vergine del Buoncamino a san Giuseppe. Tutti ci sono passati e senza un minimo di compassione. Era tutto uno scherzo per loffiomani per quel messostorto! Con quel suo fare da uno che non gli corica il pelo nessuno, me li faceva girare a giribracchino… E a me, coppà, l’ironia non mi piace, mi resta pesante su questi affari che mi trovo all’incrocio delle gambe e gli ho detto di smettere e se non voleva temporale la doveva chiudere con quella maestralata di fesserie. Ma lui
niente e continuava. Anzi proprio se la rideva come se il giochino gli piacesse… e allora…”
“E allora?”
“MI è partito il colpo, coppà. Prima gliene ho dato uno di avviso a tubezzo, poi, siccome la cosa lo faceva ridere, sono andato sul pesante. Ma lui rideva, lampo come se la rideva. Sembrava che gli fosse venuta una scimmia da anfe, digerita a uischetti. E allora mi è partita la mano che non riuscivo a bloccarla. Voglio vedere se me la smetti, gli sparavo in faccia, ti infilo il candeliere dei sarti per l’unico buco decente che ti è rimasto, gli urlavo… e lui…”
“E lui?”
“Niente, coppà, continuava a ridersela. L’aveva presa così… e a quel punto se n’è venuto fuori il colpo esagerato…!”
“In che senso?”
“Coppà, lo sai che due anni all’Olimpia me li sono fatti anche io e risultavo un buon pugno con qualche speranza, tanto che ai regionali del Novanta, ho fatto fare bella figura al mister…”
“Perciò?”
“Mi è partito il gancio, dato bene, devo dire: professionale. Il colpo lo ha sollevato da terra e lo ha portato a sbattere dritto al muro di cantoni che aveva alle spalle. Ho sentito un crac che lo ha accompagnato mentre se ne scendeva. E lì è rimasto. Ficchito come un passero colpito dal freddo di Osilo in inverno. A occhi aperti, compresa la bocca. Io ho avuto un attimo di perplessità: me lo sonoguardato e mi sono accorto che non respirava. Mi ha preso un attimo di paura e mi è venuto in testa che forse ho esagerato. Anche se, devo dire, per i candelieri, a quello un attimo di educazionebisognava dimostrargliela. Ma ho capito che avevo fatto un danno. Mi è venuto solo di andarmene e
ho preso veloce la strada per un allontanamento tattico. Poi mi sono fermato e ti ho chiamato… e questo è il quanto… Ora ti chiedo: come me la risolvo? Ho bisogno di un consiglio”
“Coppà, e cosa vuoi che ti dica. Tu sei sempre stato uno che invece della birra hai bevuto per tutta la vita benzina e quindi a prendere fuoco ci stai meno di un attimo. Sei così con i lavori che ti perdi come coriandoli a carnevale, così con le donne che dopo un po’ ti sbolognano e con i conti da pagare… a proposito…”
“Te li torno i soldi, non ti preoccupare, ma adesso fammi capire come chiudo la presente faccenda. Dammi una mano coppà”
“Niente, non devi fare un’accidenti di un nulla. Non ce n’è bisogno… “
“Come sarebbe? E di quello sfigato che ho lasciato a sfrasiare alle case sfasciate?”
“Coppà, è dall’inizio che cerco di dirtela, ma Bonbò è vivo quanto il sottoscritto!”
“Cosa vorresti dire?”
“Quello che ho detto. Prima di chiamarmi era al circolo che se la beveva. Un po’ suonato devo dire, ma quando mai non lo è? Però morto, proprio no. Non mi sembrava”
“In che senso?”
“Nel senso che se non era un suo gemello segreto, quello a cui ho invitato una zeroventi, non so chi fosse”
“Ma non è che mi stai facendo una portata stronza?”
“No, sono sul regolare e questa mattina, a parte due birrette non sono andato. Bonbò è vivo e sta parlando della Torres, dicendo che ci meritiamo una squadra almeno da B e che, secondo lui, quello è il grande problema della città”
“Non ci credo!”
“Credici”
“Ma come mai coppà. Io l’ho visto steso e morto”
“E io vivo e stronzo come al solito. Quel gaggio di difetti ne ha a quintali di pane, ma la madre, quando l’ha messo al mondo, invece che con la pelle lo ha foderato a ghisa! Bonbò i colpi non li sente. Può avere un attimo di perplessità, ma incassa più di un casino olandese in termini di colpi… Ora però mi sorge un quiproquò che bisogna risolvere…”
“Che sarebbe?”
“Dovete fare la pace. Mica che per due colpi bisogna farla tanto lunga”
“Si, però, come la risolviamo con la questione dei candelieri?”
“Che quest’anno non ve li vedete e a chiarire la faccenda sull’argomento avete un anno. Tanto il prossimo quattordici di agosto del duemila e ventuno, Covid o no, li devono fare scendere. Sempre che in comune qualche azzardato non si pensa ad una rivoluzione.”
Nella foto, la rotonda di Platamona.